Nella scelta della maschera per le immersioni devono essere considerati fattori tecnici e confort. A maggior ragione se si dovranno montare delle lenti da vista graduate. Scopriamoli insieme.
Con l’arrivo della primavera ritorna la voglia di mare che gran parte del nostro Paese può soddisfare grazie agli oltre 7.000 km di costa che la circonda. Nonostante sia piuttosto presto per pensare alla tintarella ed al bagno estivo, le belle giornate invogliano tutti gli amanti del mare a farci una capatina. Chi ha la passione dell’apnea o della pesca subacquea può tornare a visitare il mondo sommerso dopo le grigie giornate invernali.
Oggi vogliamo parlare delle maschere da sub graduate cercando di spiegarne alcuni aspetti tecnici e facilitare la scelta a chi vuole acquistare un accessorio senza il quale gli sarebbe impossibile godere delle meraviglie della natura marina.
Quale gradazione?
Una delle domande più frequenti che ci sentiamo porre dagli appassionati di immersioni riguarda la gradazione che le lenti della maschera devono avere: la stessa degli occhiali da vista che si portano quotidianamente oppure una diminuzione di 0.50 diottrie per via dell’effetto ingrandimento che si verifica in acqua?
Sfatiamo un mito: le lenti della maschera ottica devono avere la stessa gradazione degli occhiali da vista.
Ciò è dovuto proprio alla tecnica di costruzione delle lenti per questo tipo di machere che tiene conto proprio della rifrazione della luce nell’acqua marina.
Se le lenti della maschera fossero uguali a quelle dell’occhiale da vista (che sono curve su entrambi i lati) allora si che si renderebbe necessaria una minore correzione per compensare la differente rifrazione della luce tra l’aria e l’acqua. E questa correzione è all’incirca di 0.50 diottrie.
Ma le lenti che si montano sulla maschera ottica hanno la superficie esterna piatta e solo quella interna curva (concava o convessa in funzione di presenza di miopia o ipermetropia) e questo compensa la diversa rifrazione della luce tra aria e acqua.
Tipi di maschere
Cominciamo col dire che Le maschere si dividono in tre categorie in funzione del loro utilizzo:
- maschere per apnea
- maschere per autorespiratore (ARA).
- maschere gran facciale
Chi pratica l’apnea considera negativa qualsiasi spinta al galleggiamento e quindi questo tipo di maschere ha un volume d’aria estremamente ridotto. Anche se fino a 25m di profondità l’effetto è molto ridotto e si dovrebbe avere un occhio di riguardo alla vestibilità e alla comodità.
Una maschera per ara, invece, soddisfa criteri come il volume e, soprattutto, il campo visivo.
La maschera gran facciale copre l’intero volto, bocca compresa e l’erogatore viene inserito in un’apposita apertura per consentire la respirazione. Si usa, in genere, per avere la bocca libera e poter parlare con l’esterno (con un sistema di trasmissione) oppure per registrare commenti durante l’immersione. Questa maschera ha anche il vantaggio di proteggerere completamente il volto in caso di immersioni in ambienti inquinati.
E’ importante che le lenti graduate della maschera siano montate considerando la giusta centratura, che siano di uno spessore idoneo alle esigenze visive garantendo il confort del sub e, caratteristica molto apprezzata dagli utilizzatori, possano essere montate e smontate senza alterarne la tenuta alle infiltrazioni.
Proprio per questo motivo, non è possibile montare lenti ottiche su tutte maschere ma è opportuno seguire le indicazioni degli stessi produttori.
Dotare una maschera da sub di lenti graduate è un’operazione semplice ed è possibile compensare tutti i difetti visivi: miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia.
Per approfondimenti su quest’ultimo caso rimandiamo al post “Occhiali con lenti bifocali: quando e a chi servono?” nel quale suggeriamo a chi pratica sport ed utilizza occhiali con lenti progressive di montare sull’occhiale tecnico delle lenti bifocali che garantiscono zone visive più ampie e minori distorsioni soprattutto nelle zone periferiche.
Consigli per una corretta manutenzione
Quando si utilizzano dispositivi in ambienti corrosivi è sempre una buona norma effettuare delle pratiche di rimozione dei residui. Al termine di ogni immersione occorre sciacquare abbondantemente la maschera in acqua dolce per rimuovere residui di sale e sabbia e, soprattutto, i residui organici del sub (mucose e saliva) e quelli marini (alghe e plancton). Per evitare che microrganismi possano far insorgere, col tempo, muffe o funghi, è bene non conservare la maschera umida ma asciugarla con un panno e lasciarla all’aria per far evaporare l’acqua residua. Evitate, ovviamente, l’esposizione diretta ai raggi del sole: le parti di gomma ne risentirebbero. Durante il periodo di non utilizzo riporre la maschera in un ambiente non umido, nella sua custodia.
Se si rende necessaria una pulizia più capillare, è meglio utilizzare acqua tiepida e detergenti neutri ed evitare sgrassatori che potrebbero essere troppo aggressivi.
Per una pulizia più profonda si consiglia di utilizzare acqua tiepida e sapone neutro. Per conoscere ogni segreto sulla pulizia delle lenti, potete consultare questo approfondito post “Come pulire gli occhiali da vista? Le 5 mosse vincenti”
Su Wikipedia è possibile approfondire la conoscenza sulle maschere subacquee