Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta di come nascono le lenti progressive su misura.
Nello scorso post abbiamo conosciuto più da vicino la fase della costruzione vera e propria della lente da vista, cioè di quel processo che partendo da un disco grezzo molto spesso genera le curvature necessarie a riprodurre le diottrie che dovrà possedere il prodotto finale.
Poiché la lavorazione del disco grezzo avviene mediante “corrosione” al termine della fase la lente, seppur molto sottile e con i giusti poteri, appare ancora molto sporca e non può certamente proseguire lungo il processo produttivo senza un’adeguata pulizia e lucidatura.
La quarta fase di lavorazione, pertanto, è la lucidatura che oltre a pulire completamente la superficie dalle scorie della fase precedente permette al materiale della lente di essere perfettamente trasparente e di catturare il massimo della luce che l’attraversa.
Il processo di lucidatura avviene mediante due spazzole che ruotano ad elevata velocità e operano a contatto con la lente. Avete presente le vecchie lucidatrici che erano presenti in molte case negli anni ’70? All’epoca servivano per lucidare il pavimento dopo averlo lavato (“Ho appena passato la cera” era l’espressione tipica delle mamme…). Nella costruzione di una lente non si utilizza la cera ma un liquido per la lucidatura che viene caricato in un serbatoio e che degli ugelli ad alta pressione iniettano sulla lente mentre essa è sottoposta all’azione delle spazzole.
Le spazzole sono mantenute in acqua miscelata con il liquido per la lucidatura in modo da tenerle sempre morbide ed evitare che si sporchino con la polvere dell’ambiente.
A seconda del tipo di materiale della lente e del suo indice, sarà necessario effettuare cicli di lucidatura diversi con spazzole diverse. Ad esempio, per il materiale organico CR39 ad indice 1.5 sono necessari due cicli di lucidatura e vengono utilizzate due tipologie spazzole. La durata totale della fase è di circa 5 minuti per ciascuna coppia di lenti.
Discorso a parte per le lenti in Trivex dove, oltre a rendersi necessari 4 cicli di lucidatura con spazzole specifiche, nell’ultima fase è necessario dotare la spazzola di uno speciale adesivo a forma di quadrifoglio.
La lucidatura termina con la rimozione dalla superficie della lente da eventuali residui. Ecco perché la lente viene immersa nella miscela acqua/liquido lucidante per sciacquarla e poi, mediante un getto d’aria compressa, vengono asportate eventuali impurità. Per essere sicuri che la lente sia davvero priva di particelle di polvere l’operazione viene eseguita due volte.
Abbiamo visto anche la fase della lucidatura della lente e di come questa sia necessaria per rendere la sua superficie liscia e perfettamente ripulita da ogni residuo della costruzione. Solo al termine di questa fase sarà possibile procedere al montaggio della lente oppure ai trattamenti aggiuntivi che conferiscono alla lente maggiori prestazioni e confort e rappresentano un importante valore aggiunto.
Ed è ciò che vedremo nel prossimo post.
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[…] la fase di lucidatura analizzata nel precedente post, la lente viene trasferita in una stanza a chiusura ermetica in modo da garantire al suo interno […]